Nelle milonghe di Buenos Aires si è imposta una tradizione, che vuole che il “musicalizador” (il dj del tango) organizzi la musica in “tandas“, separate dalla “cortina“.
La tanda è un gruppo di brani musicali ritmicamente e stilisticamente omogenei. Ciascuna tanda può essere composta da 4 o 5 tanghi, oppure 3 o 4 vals oppure 3 o 4 milonghe.
Il numero di brani che compongono una tanda è, di solito, lo stesso per tutta la serata: le tande di tango saranno composte sempre da quattro o sempre da cinque tanghi, e così per le tande di vals e di milonga. Eventuali eccezioni vengono annunciate dal musicalizador. Solitamente i brani che compongono una tanda sono dello stesso interprete e, possibilmente, anche dello stesso periodo. Le eccezioni a questa regola sono in genere rare nelle tande di tango, un po’ più frequenti, anche per motivi “discografici”, nel caso delle tande di vals e milonga.
La cortina è uno stacco musicale, non ballabile, tra la fine di una tanda e l’inizio della successiva, della durata di 30-60 secondi.
Le coppie si possono formare al primo brano della tanda o in un qualsiasi altro momento, ma alla cortina tutte le coppie si sciolgono e la pista si svuota.
Le origini di questa usanza sono antiche quanto il tango. Quando era ritenuto sconveniente, per le “donne per bene”, ballare in pubblico, nelle sale da ballo gli uomini danzavano con ballerine professioniste, le “bailarenas de latas”, ballerine a gettone. All’ingresso si acquistavano dei gettoni; consegnando un gettone a una di queste ballerine si acquisiva il diritto di ballare con lei un certo numero di tanghi. La cortina, di solito una polka, segnava la fine del turno: “game over”, se vuoi ballare ancora “insert coin”.
Questa tradizione si è conservata anche quando sono venuti meno i motivi per cui era nata, essendosi dimostrandosi valida anche per altri motivi. Cerchiamo di spiegarci.
Vi è mai capitato di ballare per la prima volta con un nuovo partner e di non riuscire a capirvi? In una tale situazione è imbarazzante sia dire “grazie” e tornare a sedersi dopo un solo tango sia continuare a ballare tra continui malintesi. Tanda e cortina risolvono elegantemente questo problema: chi non è certo dell’intesa che vi potrà essere con un nuovo partner lo invita all’ultimo o penultimo pezzo della tanda, certo di ballare solo uno o due brani; se poi si trova l’intesa si potrà tornare a ballare insieme in seguito.
Vi è poi chi non balla i vals o non balla le milonghe o non ama ballare un determinato interprete. Con l’uso di tande ritmicamente e stilisticamente omogenee si può scegliere cosa ballare senza doversi interrompere a causa di un brano sgradito, né doverlo ballare forzatamente per non separarsi dal partner.
Alla cortina poi si svuota la pista, rendendo così possibile l’invito mediante il cabeceo, che sarebbe inpraticabile a pista piena.
C’è anche un motivo di ordine diverso: possiamo apprezzare di più la musica (e anche ballarla meglio) se ne comprendiamo il linguaggio. Le tande composte da brani di uno stesso interprete ci permettono di imparare a riconoscere gli stili e a comprendere meglio il linguaggio musicale del tango. Ciò ci aiuta a penetrare un poco di più nell’universo musicale del tango, un mondo che vale veramente la pena di scoprire.