SOLO LA CULTURA PUO SALVARE IL TANGO
Il Tango astratto.
Si parla sempre tanto di tango ma spesso secondo me in modo errato. Tango nuevo, salon, milonguero, da pista, fantasia ecc ecc
in realtà possiamo a mio parere ricondurli a due macro categorie.
Il tango astratto e il tango vero.
Mi spiego: per molto tropo tempo scuole più o meno improvviste hanno abbindolato migliaia di allievi facendo credere si saper ballare; torna alla mente allora la domanda fatta in passato…cosa significa saper ballare tango? Il tango è un ballo concreto, cioè un ballo che si balla realmente in locali detti milongue, locali frequentati da molte persone che in comune hanno l’amore per il tango e che desiderano scambiarsi il piacere di ballarlo assieme.
Quindi il tango vero è quello che si balla in milonga, dove l’uomo conduce e la donna segue, dove la donna non conosce i passi o le figure dell’uomo ma lo segue e segue il suo ballare;
questo è il tango, come dovrebbe essere e come dovrebbe essere insegnato, libero da schemi e figure.
Molti, troppi imparano il tango astratto invece, cioè figure di tango in serie imparate a memoria dalla coppia per cui la ballerina si aspetta e conosce a priori la figura che l’uomo le potrà proporre. Quindi figure di tango ma non tango. I malcapitati e un po’ stolti allievi credono di saper ballare e solo in milonga FORSE si renderanno conto della loro inadeguatezza, dico forse perchè l’ego del ballerino di tango è talmente elevato da portarlo a credere di essere l’unico portatore della verità assoluta.
Il problema è molto femminile in quanto la mujer crederà di saper ballare benissimo e passerà le sue serate a “planciar” e più impara figure e ganci e volei e lustrade e altre amenità sempre meno sarà in grado di ballare non capendo come mai quella ballerina che non fa nulla di particolare viene sempre invitata e lei che sa un sacco di cose resta spesso seduta.
Quindi, come diceva un famoso comico, tango vero e non pippe astratte.
giuseppe scarparo
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