
Prima di cominciare questa breve storia, è bene precisare che il tango (argentino o rioplatense come viene chiamato nel resto del mondo, vale a dire lontano dal paese natio) ha ben poco in comune con quello che si intende comunemente in Europa con il termine tango, vale a dire un ballo di coppia dove i ballerini sembrano quasi ignorarsi nella loro rigidità e distanza e nei loro movimenti enfatici assumono una vaga somiglianza con le statuine che si posano sopra la torta degli sposi.
Nel tango argentino (d’ora in avanti solo tango) la coppia comunica attraverso il corpo, scambiandosi costantemente sensazioni ed emozioni; l’evoluzione del ballo non è codificata, ma cambia di volta in volta, secondo la sensibilità e l’estro dei ballerini. Se frequentate per la prima volta una milonga resterete colpiti dal fatto che ogni coppia si muove in maniera decisamente diversa. Durante la serata avrete difficoltà a ritrovare le stesse figure e sarete portati a credere che il numero di passi sia grandissimo. Questa sensazione non è del tutto errata, in quanto ogni coppia può costruire nuovi passi a partire da un limitato numero di elementi e questo in effetti avviene regolarmente durante il ballo anche fra persone che non si sono mai incontrate prima. E’ questo che rende il tango una danza davvero imprevedibile, complessa, divertente e appassionante.
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