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Dove e da cosa nasce il tango argentino

Prima di cominciare questa breve storia, è bene precisare che il tango (argentino o rioplatense come viene chiamato nel resto del mondo, vale a dire lontano dal paese natio) ha ben poco in comune con quello che si intende comunemente in Europa con il termine tango, vale a dire un ballo di coppia dove i ballerini sembrano quasi ignorarsi nella loro rigidità e distanza e nei loro movimenti enfatici assumono una vaga somiglianza con le statuine che si posano sopra la torta degli sposi.

Nel tango argentino (d’ora in avanti solo tango) la coppia comunica attraverso il corpo, scambiandosi costantemente sensazioni ed emozioni; l’evoluzione del ballo non è codificata, ma cambia di volta in volta, secondo la sensibilità e l’estro dei ballerini. Se frequentate per la prima volta una milonga resterete colpiti dal fatto che ogni coppia si muove in maniera decisamente diversa. Durante la serata avrete difficoltà a ritrovare le stesse figure e sarete portati a credere che il numero di passi sia grandissimo. Questa sensazione non è del tutto errata, in quanto ogni coppia può costruire nuovi passi a partire da un limitato numero di elementi e questo in effetti avviene regolarmente durante il ballo anche fra persone che non si sono mai incontrate prima. E’ questo che rende il tango una danza davvero imprevedibilecomplessadivertente e appassionante.

leggi tutto al link

http://www.science.unitn.it/~cognola/php/Pagina.php?PG=412#:~:text=Secondo%20la%20tesi%20pi%C3%B9%20accreditata,e%20il%20ritmo%20del%20candombe.

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Perché gli uomini non ballano?

É un dato di fatto che gli uomini sono molto restii ad iniziare un corso di tango argentino. Lo sappiamo bene noi insegnanti che ci ritroviamo con decine di richieste da parte di donne sole. Donne single ma anche donne sposate o accompagnate, i cui uomini si rifiutano di provare.
Eppure, gli uomini che ballano tango argentino lo fanno da anni e con molta soddisfazione e piacere.
La vera ragione per cui non iniziano, secondo me, é la cattiva pubblicità che viene fatta al tango ballato, totalmente diverso dal tango esibito.
Ad avvalorare questa tesi, un discorso fatto da un nuovo allievo che mi disse di essere venuto a provare convinto di non poter fare le funamboliche figure che vengono riproposte ogni qualvolta che si digita tango argentino su YouTube.

Colpa degli uomini o Colpa della cattiva pubblicità?

Secondo me, la colpa è dei social che non fanno vedere davvero cosa sia il tango ballato, il “vero” tango.

Come descritto più volte, il tango è un ballo camminato, dove i piedi restano a terra, che si balla in abbraccio “cerrado” e dove conta più la musicalità della figura.

Se digito tango argentino mi appare questa schermata

schermata di goggle

dove si vedono due professionisti che appunto si esibiscono.

Ma é una menzogna, perché sarebbe come equiparare la fórmula 1 alla guida di un’auto normale.

se volessi provare ad equiparare in tango ad una situazione automobilistica mi verrebbe in mente più una immagine come questa

la ronda

Ogni auto è una coppia da ballo che lentamente nella musica si muove nella sala.

Per riconoscere il tango ballato dai comuni mortali come noi da quello ballato dai professionisti é molto semplice. Se nel video c’è una sola coppia che balla e altri intorno che guardano é sicuramente una esibizione studiata, preparata, coreografata. Il tango invece ha come caratteristica la socialità, la quantità di coppie che ballano assieme.

ronda

Spero di aver chiarito quale sia il tango ballato nelle “milongas” rispetto al tango esibito negli spettacoli.

venite a provare in tango che si balla

http://www.fattiditango.org

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Fattiditango, in tango che si sente

IL TANGO CHE SI SENTE ma che non si vede. Fin dagli inizi, finiti i primi corsi di tango, iniziai a pormi una domanda che solo molti anni più tardi ebbe una risposta.Che ci azzecca l’improvvisazione nel tango con le figure.Figura ricorda la standardizzazione del ballo come nel liscio.In più, a complicare le cose, si sa che il tango è un ballo destrutturato. Per poter capire questo argomento bisogna capirne a fondo la struttura.Se volessimo fare un confronto con la musica suonata, diverso è imparare brani a memoria piuttosto che studiare le note, le chiavi, i tasti ed imparare a suonare la propria musica. Ho deciso fin dall’inizio di insegnare a ballare quel tango (cosa che personalmente mi è costata fatica per imparare, vista la carenza di insegnanti) che si balla nelle milonghe; quel tango che si sente ma che non si vede. Quel tango che si apprezza nell’intimità della coppia, perché si balla per il partner e mai per la tribuna che guarda. Cercherò ora di non evidenziare le differenze con altri tanghi, ma cercherò invece di descrivere, per quanto possibile, alcuni segreti di quel Tango che si sente ma non si vede. – l’abbraccio stretto non è una tenaglia nè un torchio, el neppure un abbraccio con gli arti che si toccano appena. Occorre abbracciare con il corpo, ricevere la compagna nel proprio petto, nella propria casa corporea, e completare l’incontro cingendo il suo corpo con le braccia. In maniera decisa, certo, ma che non sia una prigione. – condurre (guidare) con tutto il corpo. Il contatto si ha con i petti, la guida si fa con tutto il corpo; non con il petto, lì confluiscono le informazioni, lì si sentono, lì è il punto di contatto e ciò non significa che si danzi con il petto. Si balla con tutto il corpo, il corpo tanguero. Infatti il corpo conduce le gambe del leader, non sono le gambe che conducono il suo corpo. Questa deve essere la sensazione: la gamba, con il peso del corpo appoggiato, deve spingere e muovere il corpo medesimo; in questo modo il corpo dà la sensazione di essere sempre davanti alle gambe. Non si deve muovere la gamba libera. Così le nostre compagne sentiranno gradevolmente la guida di tutto il corpo e non la guida delle gambe. – Connessione significa stabilire l’energia che passa tra due corpi; come una corrente elettrica che collega sempre i busti dei ballerini, i quali non si separano mai per nessuna figura; lo spazio di contatto dei torsi può variare, ma sempre almeno una parte deve rimanere in contatto, mai deve separarsi completamente per nessun movimento. – Sincronia è la grande responsabilità delle donne; loro devono ballare tenendo “in sospeso” il trasferimento del loro peso sulla gamba libera, e aspettare di cambiarlo solo contemporaneamente, nello stesso momento indicato dal corpo del leader. Inoltre non devono muovere mai il corpo con la gamba libera, il movimento infatti deve essere fatto sempre con la gamba di appoggio. La gamba libera è così portata dal corpo della donna che la carica col peso del suo corpo solo in sincronia con il partner.- Ballare a tempo può realizzarsi in “modalità crociata”; ma le variazioni, le “corridas” e tutto ciò che implica un’accelerazione o un cambiamento di ritmo, bisogna cercare di ballarne, in “modalità parallela”, la maggior parte di loro; in modo tale che entrambi i partner cambino lo stesso numero di volte il peso corporeo. Ciò che ho descritto sin qui conduce ad un tango intimo, esclusivo per la coppia. Sinceramente, credi che tutti i tanghi abbiano i concetti sopra descritti come basi fondamentali? Infine, parliamo di alcune sensazioni: La donna si deve sentire come trasportata su un tappeto magico, deve godere della protezione nell’abbraccio, deve sentirsi partecipe nella formazione di tutta la danza e nella intepretazione musicale, sentendo che la guida del suo partner è un piacere. L’uomo deve percepire la presenza della sua compagna come se lei lo vestisse con una camicia di seta; deve sentire che la sua guida è quella che muove il corpo femminile. Deve sentirla dentro di sé, deve godere del suo sincronismo. Lo devo ammettere, non sono bravo con movimenti o figure grandiose, o passi enfatici. E poi il mio tango non è ardito, cerco di renderlo intenso. Non appariscente. Queste condizioni o virtù sono molto difficili da apprezzare, tutto sommato visivamente sono impercettibili, ma grandi sono le sensazioni nell’intimità della coppia. Non è necessario sottoporre il tuo tango alle critiche o al giudizio degli altri, perché non ti deve interessare la lode degli altri. Cerca invece la gratitudine delle tue compagne di ballo, presta tutta l’attenzione nell’offrire loro questo piacere nascosto e intimo. Balla…”Il TANGO che si sente ma che non si vede Jorge Perez Mosquera.

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sicurezza stradale

Si parla spesso, troppo spesso di sicurezza stradale, soprattutto quando succedono eventi infausti.

La sicurezza stradale dipende da due fattori fondamentali: l’educazione stradale degli automobilisti e il rispetto delle regole da parte dei pedoni, ciclisti e categorie affini.

Se poi aggiungiamo tutto ciò che oggi in un auto ci distrae, non solo il cellulare come troppo spesso si dice. Le auto oggi sono computer viaggianti con schermi, luci e suoni che invece che aiutare l’automobilista lo distraggono ancor di più.

Poi ci sono gli altri, quelli che non sono in auto, quelli che passeggiano sulle piste ciclabili, quelli che attraversano a piedi col rosso , i ciclisti senza luci, ecc ecc.

Proprio per questo abbiamo deciso di regalare agli allievi, che spesso girano di notte per andare a ballare il tango, un piccolo strumento che potrebbe rivelarsi in molti casi decisivo per la sicurezza

uno zainetto con banda catarifrangente

zainetto di sicurezza

Scegli chi tiene anche con un piccolo gesto alla tua sicurezza. http://www.fattiditango.net

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fatti di tango, tutto il bello del tango

https://www.fattiditango.net/corsi/corsi-di-tango-argentino-fattiditango/

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Tango? Ma che tango?

Si parla sempre di tango, se ne parlava e se ne parla oggi.

Ogni nuovo adepto al grande mondo del tango crede di avere la verità in tasca. Il tango è un ballo speciale con grandi implicazioni nella propria vita. Ballare tango non è solamente andare a ballare, è essere un tanguero nell’animo. Ci sono grandi similitudini tra come si è tutti i giorni e come si è nel tango.

Ci vuole però una grande esperienza per arrivarci. Per come viene insegnato oggi è un figurificio dove si fa credere alla gente di saper ballare. La verità, inoppugnabile è che se non balli la musica non stai davvero ballando.

Proviamo a pensare ad un batterista che nell’orchestra non tenga mai il tempo, che batta i tempi che gli pare.

Il nostro dovere di ballerini è ballare la musica, ed è la cosa in assoluto più difficile. Ci vuole la voglia di studiare duro. Meglio una camminata sulla musica che mille figure.

Che poi si balli in abbraccio chiuso o meno conta a mio parere molto poco. L’abbraccio dovrebbe essere gestito e usato in base allo spazio in sala e al piacere personale.

http://www.fattiditango.net

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lettera di una nuova allieva

perché un corso fattiditango?
leggi questa lettera
mi è stato chiesto di pubblicare questo scritto.

PERCHÉ IL TANGO

Il tango è un ballo che si sceglie intorno ai 40 anni. Perché? Mi sono chiesta io stessa perché avessi avuto la voglia di iscrivermi ad un corso di tango.

Un percorso strano, che arriva al desiderio di ballare direttamente dalla musica. Ascoltare un tango mi ha regalato la sensazione soave di non essere sola.

Le note inesorabili della malinconia di un tempo perduto. Quelle più briose di una speranza nuova. Ascoltare più volte lo stesso pezzo di tango non è monotono per me, ma è come assistere alla ciclicità delle stagioni, con il freddo di un inverno che arriva raggelandoti e poi il tepore della bella stagione che torna riscaldarti di nuovo, a donarti nuove emozioni.

Mi hanno chiesto perché il tango?
Riesco a rispondere a me stessa solo oggi. In astinenza da tango da due settimane.
Muovo ancora appena i primi passi, ma sento di avere una voglia infinita di un pavimento liscio sul quale consumare le suole delle mie bellissime scarpe rosse.

Il tango…. Perché? E perché si sceglie intorno ad una età importante come i 40?

Perché il tango è una storia di vita, condensata in pochi minuti…. Amori finiti, ricordi incombenti, malinconie e speranze. Non è forse intorno ai quaranta che si inizia a fare un bilancio della propria esperienza di vita? E la sensualità del tango non è forse perfetta metafora di quella voglia incredibile di fare l’amore che nasce dal bisogno quasi disperato di cancellare un dolore, una delusione, una perdita?

Ho avuto la fortuna casuale ed incredibile attraverso un passa parola di entrare in una scuola di tango per la lezione di prova, un paio di mesi fa.
L’accademia #fattiditango.
Inaspettatamente mi ha regalato una emozione incredibile con una lezione in cui sono entrata in contatto, occhi negli occhi, con i miei ormai compagni di corso. Ne sono rimasta colpita, entusiasta, emozionata fino ad avere, dopo molto tempo, nel petto un moto di felicità ed un sorriso da orecchio ad orecchio.

Scambiato uno sguardo, mi è parso di potermi affacciate con rispetto, nella vita di un altra persona. I dettagli non importano. È stata la sensazione, come ascoltando il tango, di essere in mezzo a persone che, come me, hanno una storia da raccontare.
In una sala da tango i segni del tempo non contano se non perché raccontano che hai percorso già un bel tratto del tuo cammino, ed è bello sentirsi valorizzati da questo, in controtendenza alla spasmodica ricerca di giovinezza eterna che regna nella nostra società.

Ed è una grande emozione sedere vicino a donne di varie età, nell’attesa di una tanda, perché vivo la sensazione di condividere un tratto di cammino con loro.

La scuola che frequento è particolare, speciale direi. Il maestro è Giuseppe Scarparo. Un uomo di una 50ina di anni che ha la stoffa del vero insegnante.
Perché? Perché si legge la passione vera di far si che i suoi allievi conquistino, attraverso regole ferree di rispetto degli altri e del tango, una cosa meravigliosa….. La libertà di esprimersi attraverso il corpo interpretando la magnifica musica del tango.
Perché non insegna coreografie, ma come un padre artistico insegna il fondamento di valori ed i concetti di fisica e meccanica che è stato capace di fondere nel suo metodo unico di insegnamento.
Un vero insegnate insegna ad imparare, lo dico da sempre.
Insegnando a sentire, seguire, guidare, rispettare gli spazi e i codici non scritti e non verbali del tango ci sta dando una lezione di “vita” nel senso che ci insegna il senso del tango ancora prima dei passi…. Ed il tango è davvero una delle più grandi metafore di vita che mi sia capitato di incontrare.

Il tango, spero di poterlo ballare, e bene, un giorno, sarebbe per me magnifico come capacità di espressione di una parte di me….. Ma anche non fosse…. Mi resta l’illusione di possederne almeno un poco il senso profondo…. E sento vibrare dentro di me quelle note, che continuano a suonare, anche quando le scarpe sono state riposte nel loro involucro e le luci sono spente sul parquet ormai deserto della sala.

EMANUELA CARETTA